Sono passati quasi tre mesi dalla Indy Autonomous Challenge (IAC): una competizione da 1,5 milioni di dollari promossa dall’organizzazione no-profit Energy Systems Network che ha visto sfidarsi 28 team composti da oltre 500 studenti universitari appartenenti a 39 atenei di 11 Paesi nel mondo. Oggetto della gara: lo sviluppo di stack software per la programmazione di auto da corsa a guida autonoma per gareggiare in sicurezza e ad alta velocità attorno al famoso Indianapolis Motor Speedway (IMS). La IAC non è stata la prima competizione della storia per vetture senza pilota; infatti, è stata preceduta dalla Roborace e dagli eventi di Formula Student Driverless, ma ha segnato un traguardo nello sviluppo della guida autonoma per l’audacia del format di gara, le risorse investite, le velocità raggiunte e la risonanza dell’evento.

Tutte le automobili in gara erano identiche tra loro: modelli Indy Light con telaio Dallara AV-21, modificata appositamente per la competizione senza pilota. Tra i vincoli tecnici: nessuna modifica meccanica, aerodinamica o al motore; elettronica e sensoristica uguali per tutte le squadre. Praticamente, una competizione focalizzata al 100% sugli algoritmi di intelligenza artificiale al fine di accelerare la commercializzazione di veicoli autonomi e l’implementazione di sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS). Miglioramenti che porteranno a una maggiore sicurezza e prestazioni in tutte le modalità di sport motoristici e di trasporto commerciale. Inoltre, il concorso è stata un’occasione per gli studenti per eccellere nelle discipline STEM.

Ad aggiudicarsi la vittoria e il montepremi è stato il team TUM dell’Università Tecnica di Monaco di Baviera, che ha prevalso al termine di un confronto serrato con due squadre con profonde radici italiane. Al secondo posto si è classificato il team EuroRacing capitanato dal Professor Marko Bertogna, squadra nata dalla cooperazione tra l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Università di Pisa, l’istituto ETH di Zurigo e la Polish Academy of Science. Sul terzo gradino del podio è salito invece PoliMove, la squadra del Politecnico di Milano guidata dal professor Sergio Savaresi che ha goduto del supporto dell’Università dell’Alabama.

I team sono tornati a sfidarsi al Motor Speedway di Las Vegas in occasione del CES 2022 e questa volta le monoposto a guida autonoma non hanno corso in solitaria, sfidandosi solamente a suon di giri veloci cronometrati, bensì a coppie condotte dall’intelligenza artificiale e ad elevate velocità, evitando collisioni e adottando strategie ed azioni in tempi estremamente ridotti.

E che il team e-Novia PoliMove potesse aggiudicarsi la vittoria finale era già chiaro durante le qualifiche ufficiali quando la loro monoposto era riuscita a superare la velocità di 280 km/h. Il team è riuscito a sbaragliare la concorrenza (5 squadre prevenienti da 5 Paesi differenti in rappresentanza di 7 università) ed in finale ha avuto la meglio sul team tedesco TUM Autonomous Motorsport dell’Università di Monaco. Ai vincitori è anche andato un premio di 150 mila dollari. Il secondo classificato si è aggiudicato 50 mila dollari.

 

La connettività ultra-affidabile migliora sicurezza e prestazioni delle operazioni autonome

Consentire un’autonomia sicura ad alta velocità significa che ogni macchina da corsa può vedere in modo affidabile a lungo raggio e ha il supporto della rete a banda larga e bassa latenza per prendere le giuste decisioni in una frazione di secondo.

Cisco – multinazionale specializzata in apparati di networking – è stato il principale sponsor a fornire connettività affidabile a, da e all’interno dei veicoli, elemento fondamentale per sbloccare dati vitali a bordo e renderli disponibili a terra per il monitoraggio in tempo reale. Nel caso dell’Indy Autonomous Challenge le squadre devono dire alle auto di avviare i motori, ma anche essere in grado di assumere il controllo di emergenza del veicolo e di fermarsi in sicurezza se necessario, come migliorare le prestazioni del software.

Cisco ottempera a queste esigenze in due modi: Ultra-Reliable Wireless Backhaul – set di tecnologie e dispositivi che abilita una connettività simile alla fibra per veicoli e infrastrutture mission-critical – e switch industriali Cisco Catalyst che offrono fino a 40 Gigabit di throughput per la larghezza di banda e la velocità di rete necessarie per elaborare le informazioni in ambienti difficili.

La gestione di operazioni autonome ha bisogno di dati istantanei, senza perdita di pacchetti e questo richiede una nuova classe di reti in grado di gestire una maggiore larghezza di banda di rete, offrire dati a latenza zero e supportare l’edge computing per video, macchine e dati operativi. Inoltre, la rete deve fornire sicurezza, scalabilità e affidabilità per adattarsi rapidamente, garantendo che il veicolo sia attivo e funzionante, qualunque cosa accada.

Il collegamento di auto da corsa autonome è molto simile al collegamento di operazioni autonome. E Cisco ha automatizzato con successo una varietà di settori, tra cui produzione, stoccaggio/distribuzione, parchi di divertimento, ferrovie, miniere, porti e altro ancora.

 

Come la sfida delle autonomous cars impatta sul mondo reale

Autonomia non è solo una parola d’ordine. È così che le aziende stanno affrontando la carenza di manodopera, superando i problemi di sicurezza e migliorando l’efficienza aziendale. Al di là dell’automotive, le operazioni autonome stanno accelerando in tutti i settori, tra cui produzione, magazzini, porti, trasporti, e miniere.

I treni senza conducente possono aumentare la produttività aumentando la frequenza dei treni su una linea della metropolitana e, allo stesso tempo, fornire un track record per la sicurezza che i conducenti umani non sono in grado di eguagliare.

Nei magazzini e centri di distribuzione, i sistemi di carico completamente autonomi prendono ed evadono gli ordini dalla catena di approvvigionamento. Carrelli elevatori e picker prelevano il prodotto, lo consegnano al pallet, lo avvolgono per la spedizione e lo trasportano alla banchina di spedizione.

Nelle attività di estrazione, i sistemi di telecontrollo e i veicoli autonomi aiutano a proteggere le persone.

Negli ambienti industriali, come i centri di produzione e distribuzione, i veicoli autonomi riducono i tempi di fermo, migliorano la produttività e garantiscono standard di sicurezza più elevati, liberando forza lavoro.

La rete sicura e affidabile di Cisco per l’IoT alimenta l’intero sistema e collega tutto, dal dispositivo al veicolo ai dati al cloud, assicurando che le operazioni autonome dispongano dei dati giusti per prendere la decisione giusta al momento giusto. Le operazioni autonome si basano su quei dati deperibili all’edge che sono preziosi solo in quel momento.