Tutto sommato il 2020 è stato un anno positivo per il mercato italiano dell’Industria 4.0, che ha chiuso con un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente, superando il tetto dei 4,1 miliardi di euro. Segno che, di fronte alle difficoltà create dalla pandemia, dai fermi produttivi, e dalla crisi delle supply chain, il manifatturiero non ha ceduto e si prepara a crescite più significative entro la fine dell’anno spinto in particolare da Cloud Manufacturing (+25-30%).

Sono previsioni incoraggianti quelle che emergono dai risultati della ricerca dell’Osservatorio Transizione Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano, a dimostrazione del fatto che il paradigma dell’Industria 4.0 è tutt’altro che un hype mediatico, ma rappresenta di fatto, al di là degli incentivi, una progettualità persistente, che sta rinnovando le imprese industriali in Italia.

Gli investimenti delle imprese manifatturiere si concentrano prevalentemente in progetti di connettività e acquisizione di dati (Industrial Internet of Things), che valgono 2,4 miliardi di euro e il 60% della spesa, e negli Industrial Analytics, con 685 milioni e il 17% del mercato. Tuttavia, si fanno strada anche progettualità nuove, con remotizzazione, servitizzazione e sostenibilità al centro. Novità che non a caso si riflettono nel titolo della ricerca “L’Industria 4.0 in un mondo che cambia”, che ha ampliato il proprio raggio di investigazione alle iniziative che di fatto, rappresentano la risposta del comparto alla disruption in atto indotta tanto dalla crisi pandemica, quanto dal mercato stesso.

L’Osservatorio ne ha identificate cinque, oggetto di disamina: Industrial Smart Working, Servitizzazione, Virtualizzazione dei processi, e incremento della Resilienza delle Supply Chain, Green and Blue, vale a dire l’utilizzo del digitale a sostegno della sfida sulla sostenibilità. Progetti che sosterranno il futuro del manifatturiero richiedendo visioni di ampio respiro, che da un lato consolidino quanto già intrapreso e dall’altro sfruttino al meglio i dati raccolti e a sperimentare nuove applicazioni.

Per una trattazione approfondita, rimandiamo alla lettura dell’articolo su Internet4Things

 

 

 

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