Il never normal in cui siamo immersi è dominato da fenomeni che sono qui per restare. In particolare, la diffusione dell’Internet of Things (IoT) di massa che permea settori come le utility, l’healthcare e l’agricoltura di precisione, solo per citarne alcuni, necessita di strumenti in grado di semplificare la gestione di reti e connettività. Cisco risponde a questa esigenza portando sul mercato un portafoglio IoT al cui centro si colloca Cisco IoT Control Center, l’evoluzione di Cisco Jasper Control Center. Cresciuta dell’800% da quando Cisco l’ha acquisita nel 2016 da Jasper, la soluzione oggi permette di coprire numerosi casi d’uso, a partire soprattutto da quelli caratterizzati da bassa complessità come possono essere i contatori d’acqua che inviano dati a cadenza settimanale o i parchimetri delle città su cui avvengono transazioni nell’arco della giornata. Generalmente si tratta di dispositivi supportati da reti Low Power Wide Area Network (LPWAN) in virtù dei bassi costi, dell’ampia copertura e dei ridotti consumi energetici. “Con i miglioramenti al Cisco IoT Control Center – ha avuto modo di sottolineare in occasione dell’ultimo Mobile World Congress Masum Mir, Vice President and General Manager, Cable, Mobile and IoT di Cisco – i nostri clienti possono espandersi nel mercato LPWAN utilizzando una piattaforma collaudata per aiutare una vasta gamma di industrie in crescita a realizzare ciò che il futuro dell’IoT mobile rende possibile per trasformare il loro business”.

Cisco IoT Control Center a supporto dei casi d’uso LPWAN

Un esempio in questa direzione è quello della compagnia di telecomunicazioni australiana Telstra che ha firmato all’inizio di quest’anno un accordo da 100 milioni di dollari per fornire connettività ai contatori smart di Intellihub, gruppo leader in Australia e Nuova Zelanda nel campo dei servizi multi-utility. L’accordo contempla l’utilizzo di 4,1 milioni di SIM sulla rete IoT di Telstra basata su Cisco IoT Control Center. Una dimostrazione empirica di quanto Gartner prevede sull’impiego del LPWAN 3GPP che dovrebbe raggiugere, entro il 2025, 1,2 miliardi di connessioni in tutto il mondo. Il che non esclude ovviamente la possibilità di gestire anche altre reti cellulari quali il 4G e il 5G, come si ricava dal fatto cha attualmente Cisco IoT Control Center è al cuore di quasi 200 milioni di dispositivi per i quali operatori e imprese hanno avuto l’opportunità di scegliere la rete più adeguata al loro specifico contesto applicativo. Ma la questione fondamentale, nell’IoT di massa, è quella di aumentare il valore nell’abilitazione end-to-end dei dispositivi e dei servizi. In assenza di questo, gli IoT provider rappresentano l’ultimo anello della catena, limitandosi a ottenere una redditività per singolo dispositivo installato. Ben diverso è se si adotta un approccio Zero Touch Deployment (ZTD) che sfrutta tecnologie multiple consentendo l’automazione dei processi tali da garantire un risparmio sui tempi e sui costi di implementazione ostacolato spesso da errori manuali, downtime imprevisti e difficoltà nell’integrazione.

Portabilità delle SIM, proattività e tariffazione automatica

Una classica criticità che attualmente i service provider devono affrontare è la portabilità della SIM. Il passaggio da un operatore all’altro, infatti, richiede processi di integrazione onerosi che tenderanno ad aumentare fin quando ci saranno protocolli di connettività differenti. Cisco IoT Control Center risolve alla radice questo problema grazie al suo servizio eSIM che assicura una portabilità SIM “chiavi in mano” in maniera veloce, affidabile e conveniente tra service provider. Ma Cisco IoT Control Center non è un alleato dei fornitori di connettività soltanto nella fase di implementazione, configurazione e settaggio dei dispositivi. La presenza di migliaia o milioni di device connessi nell’era dell’IoT di massa rende impossibile il monitoraggio manuale di eventuali malfunzionamenti o anomalie in ogni singolo dispositivo. Ecco perché il fornitore di connettività IoT può avvalersi della nuova funzionalità proattiva di Cisco IoT Control Center che, grazie ai suoi algoritmi di machine learning, offre un monitoring in tempo reale, con il rilevamento rapido, l’alert e il rimedio automatico qualora si riscontrino dei problemi. Questa funzionalità, inoltre, permette di ridurre i costi di connettività regolando automaticamente i piani tariffari ed evitando, a valle, i cosiddetti bill shock per i clienti finali. Astus, società canadese specializzata nella telemetria adattiva per il comparto del fleet managament, ha potuto fare esperienza di questa funzionalità ottimizzando ad esempio i suoi piani dati e ottenendo risparmi sui costi fino al 20%.

Cisco IoT Control Center verso le nuove frontiere del 5G

Il ricorso a Cisco IoT Control Center per tutti quei casi d’uso in cui la rete LPWAN è lo standard più adeguato non deve far dimenticare un’ulteriore sfida a cui i service provider oggi sono chiamati, quella del 5G. Entro il 2023 si calcola che potrebbe raggiungere più del 10% delle connessioni mobili globali, con concentrazioni elevate in mercati chiave come Nord America, Europa occidentale e Asia Pacifico. Su questo versante, Cisco sta collaborando con i principali service provider allo scopo di incubare e codificare casi d’uso 5G che portino valore al settore. Fra i diversi progetti che si possono citare, quello che comprende la telco olandese KPN e il costruttore ExRobotics sta esplorando ad esempio l’utilizzo di robot a guida autonoma per eseguire lavori pericolosi al posto degli esseri umani in settori come il petrolio e il gas. È uno dei tanti esperimenti per testare i casi d’uso in cui il 5G potrà trovare impiego, tenendo conto di ambiti sensibili alla bassa latenza e dell’evoluzione del network slicing impressa dal 5G. Anche su questo, come già avvenuto per l’Internet of Things a tutti i livelli, Cisco IoT Control Center potrà diventare la leva per trasformare le esigenze degli operatori in concrete opportunità di business legate ai nuovi mercati che emergeranno