Fluidotech Diego Andreis

Fluid-o-Tech è un’azienda italiana nata nel 1948 e oggi leader nella progettazione e produzione di pompe e sistemi volumetrici per la pressurizzazione, il dosaggio, il dosaggio e il trasferimento di fluidi per una varietà di applicazioni impegnative che vanno dal Medicale all’Automotive, dall’Industria al Food & Beverage.

L’alta precisione della lavorazione e l’innovazione dei processi per l’industria aeronautica, automobilistica, informatica e tessile sono stati storicamente un punto di riferimento di questa azienda a conduzione familiare, con lo sviluppo della qualità e dell’innovazione come elementi chiave della sua strategia.

Investimenti in corso e una visione a lungo termine hanno reso Fluid-o-Tech un moderno attore globale con filiali negli Stati Uniti, Regno Unito, Giappone e Cina e oltre 120 distributori in oltre 50 paesi. Una fabbrica all’avanguardia, un team di progettazione globale di oltre 30 persone e la ricerca dell’eccellenza rendono Fluid-o-Tech oggi il partner fidato per gli OEM di tutto il mondo per soluzioni di pompe e fluidi.

Una case history che prosegue all’insegna dell’avanguardia tecnologica con investimenti costanti che hanno portato l’azienda a scegliere Cisco come partner ideale in un percorso complesso e sfidante verso quella che potremmo definire una “connected, visual and smart factory” in una logica di Industry 4.0

Verso la connected e visual factory

Insieme a Cisco, abbiamo recentemente incontrato Diego Andreis, Managing Director di Fluid-o-Tech e il Cio dell’azienda, Ivan Basso, per approfondire con loro come questa eccellenza italiana ha interpretato il percorso di trasformazione in ottica Impresa 4.0 e qual è la roadmap strategica ed evolutiva che il management ha deciso di adottare.

«Mi piace parlare di “enterprising 4.0” perché questa quarta rivoluzione industriale non riguarda più soltanto i processi produttivi ma l’innovazione di prodotto/servizio e dei modelli di business», è la premessa di Diego Andreis, Managing Director di Fluid-o-Tech. «Per noi significa ripensare non solo “cosa facciamo” ma anche “come lo facciamo”, con una grandissima conseguente opportunità di innovazione anche nelle relazioni e nella collaboration estesa che dalla fabbrica si sviluppa lungo tutta l’impresa, comprese le relazioni esterne con fornitori e partner».

«In un mondo che oggi viaggia velocissimo e “costringe” le aziende a prendere le migliori decisioni possibili in tempi sempre più brevi – prosegue Andreis – condividere dati ed informazioni diventa estremamente rilevante».

Dati ed informazioni che sempre più possono arrivare direttamente dalle macchine produttive e dalle persone impiegate nei processi manifatturieri in una logica di Industry Collaboration che, nel caso di Fluid-o-Tech, Cisco ha abilitato con soluzioni di Factory Network

 accelerare il problem solving che dai reparti produttivi si estende alle altre aree di business.

Una roadmap che inizia da lontano e dalla scelta di Cisco come partner tecnologico

In realtà Fluid-o-Tech ha avviato importanti progetti di trasformazione del Data Center, Data Recovery e Business Continuity, ben prima della roadmap verso l’Impresa 4.0 (avviata ufficialmente nel 2014) attraverso «progetti propedeutici attraverso i quali volevamo costruire le fondamenta di una infrastruttura robusta in grado di supportare i progetti applicativi a valore svolti successivamente», racconta Ivan Basso, CIO di Fluid-o-Tech.

In quest’ottica ha avuto un ruolo importante anche la selezione dei fornitori e del partner tecnologico (che in questo caso è Cisco) in grado di accompagnare Fluid-o-Tech in un percorso di trasformazione che non si è certo esaurito all’implementazione delle soluzioni tecniche.

«Uno dei più importanti progetti, propedeutico alla roadmap dell’Industry 4.0, riguarda la Document Digitalization, antesignana di un modello evoluto di Industry ed Enterprise Collaboration», racconta Basso. «Gli obiettivi primari erano  superare le logiche di una tracciabilità ancora cartacea, disporre di nuovi strumenti per la consultazione della documentazione tecnica inerente al ciclo produttivo, garantire la conformità alle linee guida dei grandi produttori per la partecipazione a gare e progetti internazionali, snellire drasticamente i tempi di redazione, manutenzione, stampa e distribuzione dei documenti nonché azzerare l’obsolescenza della documentazione presente a bordo macchina».

È da qui che si può dire sia partita una delle direttrici più importanti del percorso verso l’Impresa 4.0 di Fluid-o-Tech, quella che, come anticipato, nella visione di Cisco prende il nome di Industry Collaboration: «un percorso che per noi ha significato muoversi verso nuovi modelli organizzativi e di  con risultati, che oggi possiamo positivamente confermare, sul piano dell’ottimizzazione dei tempi e dei costi produttivi e dell’accelerazione delle azioni di aggiornamento e di formazione su nuovi prodotti o servizi».

Sicurezza e formazione gli altri capisaldi dell’impresa meccatronica

«Maggiore connessione e collaborazione significa anche maggiori rischi – riflette Andreis quando parla dell’importanza della sicurezza nella strategia verso l’Impresa 4.0 -; una sfida che va affrontata sia a livello di management sia da un punto di vista tecnologico con gli investimenti più idonei a costruire una infrastruttura abilitante l’Industry 4.0 e la Connected Factory».

«Le iniziative di cybersecurity rappresentano un focus molto importante nella nostra roadmap di trasformazione e la stiamo affrontando sia dalla prospettiva tecnologica sia dal punto di vista dell’education portando tematiche solitamente “patrimonio” del solo IT alle altre aree aziendali», puntualizza Basso.

Quello della formazione delle competenze è un “tema molto caro” a Fluid-o-Tech che si estende ben oltre l’education ambito sicurezza: «la quarta rivoluzione industriale è ancor più culturale che tecnologica e riporta la persona al centro delle strategie aziendali – racconta Andreis in chiusura -; persone che necessitano oggi di un accompagnamento perché non saranno certo i robot a “rubare il lavoro” ma una inadeguata formazione, rischio che non possiamo permetterci in questo percorso di riqualificazione del mondo manifatturiero verso l’impresa meccatronica che unifica meccanica, elettronica, manifattura e informatica, discipline indispensabili per “fare il salto” verso l’Impresa 4.0”.